Milano, 13 luglio 2022
Caro don Giuseppe e cari parrocchiani di Turro,
prima di lasciare l’Italia mi volto indietro per un ultimo saluto: debbo dirvi grazie per l’accoglienza e per la disponibilità che ho trovato in tutti voi; certo, il tempo è stato brevissimo, la durata di una celebrazione liturgica, e a volte il tempo di una piccola chiacchierata davanti a un caffè.
A voi sacerdoti colleghi rivolgo un saluto particolare perché mi sono reso conto ancora di più come il vostro sia un apostolato reso più
difficile dal passaggio della pandemia da Covid-19 che ha provocato uno svuotamento delle chiese.

Quello che più preoccupa è l’abbandono della chiesa da parte dei giovani. Non illudiamoci che ci siano rimedi miracolistici, ma la Chiesa ha già affrontato tempi di crisi e li ha superati. Conserviamo la convinzione che ci lascia sereni: la Chiesa è Sua e sa Lui quello che è bene per tutti noi. Sarà Lui a dare fecondità alle nostre fatiche. Non esito a credere che saprete trovare le strade che vanno al cuore di questi giovani e non dubito neppure che con la collaborazione di molti laici sappiate ricreare delle comunità gioiose, accoglienti
in cui è bello vivere.
Grazie di cuore a tutti perché passando fra voi ho constatato una volta di più che la nostra è un’amicizia che rinfresca la vita: penserò a voi quotidianamente durante il Rosario che recitiamo ogni mattina prima della Messa chiedendo alla Madonna che sia Lei a prepararci per ricevere Gesù.
Un ricordo particolare lo assicuro a voi malati e anziani.
Ancora una volta grazie e saluti di cuore,